Terzo capitolo dei sei che costituiscono il manoscritto lasciato da Michelangelo ai lettori di MicroIrrigo!
Agricoltura Naturale di Michelangelo Cordioli giunge al capitolo che tratta l'analisi della biosfera con particolare riferimento alla Sostanza Organica ed alle sue funzioni.
Da non perdere
cap.3° Sostanza Organica in Agricoltura
Premessa
È universalmente conosciuto che i terreni più fertili e produttivi per fare Agricoltura sono quelli in cui naturalmente avviene il Processo di Umificazione della Sostanza Organica (SO).
Questo meccanismo naturale si è creato dall’inizio della Vita sulla Terra, ne è parte integrante e fondamentale.
È complesso e la sua funzionalità viene determinata da molti fattori.
Agisce riportando allo stato iniziale tutti gli elementi chimici di base per metterli a disposizione per la creazione di nuovi individui, perpetuando così il ciclo della vita.
Per questo interviene, influisce e partecipa all’equilibrio di tutti i meccanismi Biologici e Fisiologici che hanno portato alla formazione della Biosfera terrestre.
Anche se l’Agronomia Moderna dimostra che si può coltivare senza terreno e senza SO, ciò avviene con grande spreco di risorse e di energia ed è applicabile solo a culture di particolar pregio e valore commerciale.
È assolutamente impensabile di risolvere il problema della carenza Mondiale di Alimenti, ed ora anche di Energia, applicando questi sistemi.
Molti ricercatori asseriscono che tutte le superfici disponibili per l’Agricoltura sulla Terra sono attualmente coltivate, per cui non si può contare su una ulteriore espansione per sopperire alle crescenti necessità degli Abitanti del pianeta.
Non è certo la Deforestazione la soluzione del problema, anche perché si è già in condizioni di alterazione del Clima a causa della riduzione delle aree Forestate sotto la soglia percentuale di superficie per il mantenimento del Ciclo Naturale dell’Acqua.
La soluzione del problema può essere l’applicazione dei principi dell’Agricoltura Naturale, elevando la fertilità di terreni considerati marginali o poco fertili, attivando o ricostruendo il ciclo dell’Humus dove non esiste per condizioni climatiche sfavorevoli.
Il ciclo del Carbonio Organico
Sono principalmente due le fasi del Ciclo del Carbonio Organico:
- sintesi delle molecole organiche dato dalla Fotosintesi Clorofilliana
- scomposizione dovuto al Processo di Umificazione
Con la Fotosintesi Clorofilliana i Vegetali catturano l’Energia Solare e uniscono Carbonio, Idrogeno e Ossigeno formando gli Zuccheri Primari.
Con successive elaborazioni, Sintesi Enzimatiche e reazioni di vario genere danno origine a tutte le sostanze che compongono i Tessuti dei Vegetali e poi degli Animali.
Alla morte di tutti gli Individui entra in azione il secondo Ciclo che, partendo dalla Sostanza Organica Grezza inizia un più o meno lento processo di scomposizione (anche la digestione ne fa parte) restituendo l’Energia Solare, inizialmente catturata, sotto altre Forme.
Il percorso porta fino alla scomposizione in Elementi di Base, pronti a dare origine a nuovi tessuti e nuove Forme di Vita.
Questo processo è conosciuto anche come Mineralizzazione della Sostanza Organica.
Essendo derivati da materia che ha già subito un Ciclo Organico Completo e non da Elementi Chimici Primari, il riciclo è molto facilitato potendo contare su basi più assimilabili, praticamente predigerite e maggiormente disponibili.
L’errore più grande compiuto dall’Agricoltura Moderna è tuttora quello di pretendere di sostituire con i Concimi Chimici di Sintesi tutto quello che è stato, seppur sommariamente, appena descritto.
Solamente usando la sostanza organica si può risolvere in maniera stabile il problema della fertilità del terreno, garantendo produzioni qualitativamente migliori e in maggior quantità.
Nelle analisi viene espressa in percentuale ponderale sul volume totale della massa di terreno.
Attualmente non esistono metodi analitici diretti che possano distinguere i contenuti in SO Grezza, in corso di trasformazione o Umificata.
Per determinare l’indice di trasformazione si usa un metodo per calcolo di due parametri, Carbonio Organico e Azoto totale, ma il dato è molto approssimativo a causa della labilità di alcune forme Azotate.
In base al parametro quantitativo rilevato, si può conoscere se il terreno è biologicamente attivo o meno, cioè se vivo o morto,indipendentemente dalla quantità di SO contenuta.
Funzione Nutrizionale. La funzione nutrizionale si esplica sia direttamente, mettendo a disposizione gli elaborati del disfacimento della SO Grezza, che indirettamente.
Durante il Processo di Umificazione si formano diverse sostanze, compresi gli Acidi Umici e Fulvici, che sono in grado di aggredire le forme chimiche dei nutrienti, sia componenti naturali del terreno che artificiali dei concimi distribuiti, “organizzandole” rendendole più facilmente assibilabili dai vegetali. Grazie a questo e alla grande capacità di scambio dei legami elettrochimici, funziona da magazzino dei nutrienti facilitandone anche la cessione quando richiesti.
Inoltre riesce parzialmente a far superare le barriere di disponibilità per gli elementi molto sensibili a PH anomali: Calcio, Fosforo e Microelementi.
Funzione Idrica. La struttura fisica della SO le consente di comportarsi come una spugna, assorbendo e cedendo facilmente più volte il proprio peso in acqua.
Questo comporta che i terreni ricchi di SO abbiano un Volano Idrico maggiore rispetto a suoli con le stesse caratteristiche fisiche.
Se il terreno con la migliore Capacità Idrica può trattenere una quantità di acqua pari al proprio peso, la SO ne può contenere un volume corrispondente a molte volte il proprio peso.
Si stima che una percentuale del 4,5-5% di SO possa raddoppiare la disponibilità di acqua per le piante rispetto allo stesso terreno che ne è privo.
Inoltre ha anche un effetto collaterale in terreni estremamente sabbiosi o argillo/limosi.
Nei primi contribuisce a diminuire il volume dei Macropori, conferendo una maggior capacità di trattenere acqua.
Nei secondi contribuisce a diminuire le proprietà plastiche, abbassando la possibilità della formazione di crepe e croste e aumentando la disponibilità per le piante con la riduzione dell’ effetto negativo delle tensioni superficiali proprie di queste particelle.
Funzione Fisica. Per gli effetti citati in calce al paragrafo precedente, nei terreni pesanti e difficili da lavorare, contribuisce a diminuire sia i costi diretti (come i consumi energetici) che gli indiretti (minore usura degli organi lavoranti).
La maggiore “lavorabilità” consente anche di estendere il periodo in cui si possono preparare i campi per la semina.
Funzione Microbiologica. È ovvio che la presenza di SO nelle varie forme funziona da ottimo supporto per lo sviluppo della vita microbica.
Il fatto importante è che sulla base microbica in successione si esalta una catena vitale di individui di genere superiore fino ad arrivare a mammiferi roditori come arvicole e talpe.
In un terreno biologicamente attivo oltre ai milioni di individui monocellulari per grammo di terreno, ci sono diverse centinaia di chilogrammi di esseri superiori per ettaro.
Una facile verifica dello stato vitale del terreni è dato dalla presenza di anellidi, i normali lombrichi, trait d’union tra la parte microbica e gli organismi superiori.
Non è l’obiettivo di questo elaborato citare o descrivere tutto quello che compone e come funziona il complesso mondo del sottosuolo che si può identificare come Biosfera Sotterranea.
Basta pensare che potrebbe essere un Mondo Vitale Autonomo dato che, nella sua complessità, ci sono batteri in grado di fissare l’Azoto Atmosferico e attivare la Fotosintesi Clorofilliana.
Nei paragrafi successivi sono indicati metodi e materiali per preservare o attivare questo prezioso alleato sotterraneo per chi desidera raggiungere elevati obbiettivi di qualità e quantità.
Preservazione della SO e della vita biologica
Prima di addentrarsi nel tema di come esaltare o creare una situazione favorevole della Biosfera Sotterranea si riporta, in breve, quello che non bisogna fare per comprometterla ove esista.
- Evitare tutti gli interventi che possono alterare il profilo biologico del terreno, violente ossigenazioni e azioni che possono alterare il PH. In pratica limitare la profondità delle arature, se necessarie, evitare troppi passaggi di affinamento del letto di semina e non distribuire alte dosi di fertilizzanti ad azione Acidificante.
- Evitare situazioni di eccesso o estrema carenza di acqua, se necessaria l’irrigazione utilizzare sistemi a basso volume ed erogazione controllata. In zone dove la piovosità naturale è eccessiva, ricorrere a sistemazioni e/o a tecniche di semina su prosa rilevata in modo che si ripristini il più velocemente possibile l’equilibrio naturale aria/acqua nel terreno.
- Evitare assolutamente di bruciare le stoppie sia da residui di colture precedenti che naturali. Le ceneri hanno un forte effetto alcalinizzante e anche questo disturba i Microrganismi.
Attivazione Biologica e ripristino della SO
Sono principalmente due le fonti di arricchimento della quantità di SO nel terreno.
La prima è l’interramento della Vegetazione Spontanea, dei Residui delle coltivazioni precedenti o la pratica del Sovescio.
Tutto questo è identificato come Sostanza Organica Autoctona (SOA) Il secondo è con la distribuzione di Sostanze Organiche Esogene (SOE) come: Deiezioni Animali, Rifiuti Urbani Selezionati, materiali di Risulta di Attività Agroindustriali e assimilabili.
Agendo con il primo metodo, l’Attivazione Biologica si ottiene con la distribuzione diretta di Microrganismi Selezionati sui residui accuratamente triturati e poi interrati ad una profondità idonea al corretto sviluppo del processo di Umificazione.
Se si adotta il Sovescio è necessario aver cura di seminare specie diverse da quelle normalmente coltivate per poter ottenere l’effetto della Biocenosi.
Trattandosi di processi che avvengono in condizioni naturali, i tempi di trasformazione sono piuttosto lunghi (6-12 mesi o più) e dipendono dalle condizioni climatiche e dalla correttezza delle Pratiche Agronomiche.
La seconda fonte di arricchimento di SO nel terreno è rappresentata dal Compostaggio Controllato, ovvero, la miscelazione di Microrganismi Selezionati alla massa da trasformare.
Anche in questo caso si può simulare la Biocenosi se il materiale di base proviene fonti diverse.
I tempi di trasformazione sono molto brevi (2–3 mesi) e la massa di materiale da distribuire può essere considerata un Humus di Pronto Effetto.
Non è detto che i due metodi debbano essere applicati separatamente in quanto la distribuzione del Compost sui residui colturali sostituisce egregiamente la distribuzione diretta dei Microrganismi.
In condizioni limite di clima o su terreni anomali per PH o con componenti granulometriche sbilanciate, dà sicuramente garanzia di maggior successo.
Conclusione
Adottare queste tecniche di arricchimento della fertilità, consociate alla distribuzione di BioChar, è l’unica via da percorrere se si vuole elevare la Fertilità dei Terreni Agricoli di qualsiasi tipo, in modo naturale e ottenere naturalmente produzioni elevate.
Michelangelo Cordioli, Agronomo
Nessun commento:
Posta un commento