Irrigare di più consumando meno acqua! 2^ parte - Diego Zuccari


Ecco dunque la seconda parte dell'approfondimento di Diego Zuccari (www.irrivivo.it) per la sezione Autori ad Honorem di MicroIrrigo!

Nella prima parte di “Irrigare di piu´consumando di meno” Diego ci ha descritto alcune delle motivazioni che per cui l´Irrigazione, efficiente e ben gestita, e´ elemento determinante nelle produzioni agricole.


Il viaggio si conclude oggi con la seconda parte del suo intervento nel quale Diego motiva concretamente la veridicita´di un´affermazione che, a prima vista, sembra un paradosso:

 Come irrigare di più consumando meno acqua PARTE 2^
Grazie a Diego Zuccari e...torna presto a trovarci!


Il reale fabbisogno delle colture
Le esigenze idriche delle colture vengono calcolate attraverso l’ETP (evapotraspirazione) e l’applicazione di coefficienti colturali (Kc) determinati sperimentalmente dalla FAO.
Tuttavia, nella pratica, tali coefficienti risultano per molte colture spesso sovrastimati.
Le cause di tale sovrastima sono da addursi a diversi fattori:




  • sono stati studiati e determinati molti anni fa su materiale genetico che spesso oggi non viene più utilizzato e con strumentazioni e conoscenze fisiologiche superate oggi obsolete





  • sono stati determinati per sistemi irrigui a pioggia e/o sommersione; di fatto esistono pochissimi dati relativi a Kc specifici per irrigazione a goccia (in tabella 1 si riporta uno dei pochi esempi disponibili in letteratura, che denota quanto siano differenti i valori tra i due coefficienti);


Tabella 1. Coefficienti colturali studiati nell’ambiente toscano su pomodoro da
industria (lungo/ibrido) trapiantato a fila unica (ARSIA)





  • sono dati relativi a tecniche colturali che spesso sono state superate dall’introduzione di sistemi colturali orientati in generale ad un minor impatto ambientale complessivo;

Oggi su molte colture è stato sperimentato come una gestione controllata dello stress idrico possa migliorare la qualità delle rese senza necessariamente andare a scapito della quantita´.

Le possibilità di controllo dello stress idrico sono essenzialmente di due tipi:

Irrigazione in deficit controllato (RDI): con somministrazione di livelli sub-ottimali di acqua in determinati stadi fenologici per risparmiare acqua e contenere lo sviluppo vegetativo, senza diminuire la produzione
e
Irrigazione in deficit sostenuto (SDI): con
somministrazione di livelli sub-ottimali di acqua durante l’intera stagione irrigua facendo uso della riserva idrica nel suolo per risparmiare acqua e contenere lo sviluppo vegetativo, senza diminuire la produzione.

Per finire si dovrebbe tener conto di come, per molte colture irrigue, un controllo dello stress idrico e quindi una gestione controllata dell’irrigazione possa rappresentare uno strumento fondamentale per l’ottenimento di caratteri qualitativi più elevati, pur riducendo parzialmente le rese.

Un esempio tipico si può vedere dalla tabella 2 su vigneto.

Tabella 2. Coefficienti colturali (Kc) ufficiali F.A.O. e proposti per R.D.I.* su vigneto
Fasi fenologiche
F.A.O.
R.D.I.
Germogliamento
0,30
0,10
Fioritura
0,55
0,15
Invaiatura
0,60
0,25
Raccolta
0,60
0,25
Post-raccolta
0,55
0,15
* = Regulated Deficit Irrigation

La raccolta di dati oggettivi e non più empirici

La determinazione dei reali fabbisogni delle colture oggi può essere supportata dall’utilizzo di strumentazioni in grado di stimare alcuni dati essenziali.

La raccolta del maggior numero di dati possibile rappresenta la condizione essenziale per capire quali siano, in determinate condizioni pedologiche, climatiche e colturali, il fabbisogno idrico della coltura.

A tal scopo sarebbe necessario introdurre, nelle aziende, centraline metereologiche in grado di fornire la ETP reale di quella specifica zona; sonde di umidità del terreno posizionate nei vari strati interessati dall’apparato radicale per la determinazione del turno irriguo, con conseguente minor spreco di acqua dovuto ad irrigazioni spesso troppo lunghe e conseguentemente troppo in profondità.

Inoltre, per le colture più sensibili a stress e/o eccessi idrici, risulta di reale efficacia l’utilizzo di strumenti più complessi atti a determinare il reale stato idrico della pianta, quali: la camera a pressione, che misura il potenziale idrico della foglia e il dendrometro, che misura le variazioni di diametro del tronco in funzione dell’accrescimento giornaliero.

Conclusioni

Quanto finora esposto è solamente un breve ed essenziale sunto di quali siano le misure, le tecnologie, le pratiche agronomiche di cui si deve tener conto in una gestione razionale dell’irrigazione.

Troppo spesso l’irrigazione viene considerata una pratica agronomica non determinante nella gestione agronomica complessiva della coltura; tuttavia se noi analizziamo le variabili (controllo sanitario, lavorazioni del terreno, concimazioni, irrigazione, ecc.) che possono essere gestite in agricoltura e che influiscono sull’ottenimento del miglior risultato agronomico e produttivo della coltura, irrigazione e fertirrigazione insieme contribuiscono almeno per il 50% del totale al risultato finale.

Da ciò ne consegue che, differentemente da quanto è stato fatto in passato, dovremmo considerare di fondamentale importanza la corretta gestione dell’irrigazione, sia per poter conseguire risultati soddisfacenti, sia per poter ridurre i consumi idrici.

Per fare questo è necessario:




  1. un maggior supporto alle aziende da parte delle istituzioni




  1. la formazione di tecnici specializzati nel settore, che possano realmente suggerire le soluzioni più idonee senza lasciar spazio ad improvvisazioni e/o valutazioni empiriche




  1. la formazione degli stessi agricoltori verso una cultura dell’acqua che sia non più legata alla concezione di “dare acqua”, ma ad un concetto più evoluto che potremmo definire “controllo e gestione dei reali fabbisogni idrici delle colture”.

In conclusione possiamo ritenere che solo attraverso una generale presa di coscienza (agricoltori, tecnici, istituzioni) che l’acqua è risorsa preziosa e limitata e che non è possibile farne a meno e, contemporaneamente, attraverso l’applicazione di tutte le misure e gli strumenti fin qui elencati, sarà possibile:





  • irrigare meglio




  • irrigare di più




  • consumare meno acqua di quanta ne viene utilizzata oggi

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