Michelangelo Cordioli, novello Caronte, ti accompagna nel viaggio alla scoperta dell'Irrigazione di Precisione.
In questo secondo capitolo Michelangelo inquadra il "problema Acqua" dal punto di vista della pianta e spiega le differenti reazioni di un organismo vegetale a fronte di situazioni di carenza o eccesso idrico.
Goditi il viaggio!
2 – Aspetti Generali
Nelle colture agrarie, per raggiungere il successo Agronomico (preludio di quello Economico), la gestione dell’ acqua ed i metodi di irrigazione sono di fondamentale importanza.
Nell’immaginario collettivo solitamente si pensa che l’acqua, per il mondo vegetale, abbia la sola funzione di trasporto dei Sali, solubilizzati poi assorbiti, dalle radici verso le foglie. Trascurando così le altre fondamentali e non meno importanti funzioni:
- Termoregolazione
- Nutrizione
Possiamo paragonare i vegetali a pompe osmotiche a concentrazione poiché con la Traspirazione (evaporazione dell’acqua attraverso gli appositi organi) le sostanze, assorbite dalle radici assieme all’acqua, si concentrano e si depositano in attesa di essere assimilate e trasformate in prodotti organici costituenti la base della vita del mondo animale.
La Termoregolazione nei vegetali avviene destinando una parte dell’acqua assorbita dalle radici all’evaporazione (tramite gli stomi delle foglie e le lenticelle della corteccia di fusti e rami).
Il quantitativo evaporato è variabile perché la pianta deve adattarsi all’ambiente circostante in funzione dell’ Umidità Relativa dell’aria, della temperatura, del vento, della fase fenologica e della luminosità.
Il principale compito della Termoregolazione è di mantenere la pianta vitale anche in condizioni climatiche considerate estreme per le sue normali funzioni.
A questo punto è d’obbligo ricordare che per la Fotosintesi clorofilliana le condizioni di Minima Vitalità sono diverse da specie a specie (e anche per varietà all'interno della stessa specie).
Invece le condizioni di Massima Vitalità sono molto simili anche tra organismi differenti per varietà e specie.
Ad es. a 32-33 °C le piante non riescono a convertire più nulla e ciò accade, in particolare, se questa temperatura è concomitante a una bassa Umidità Relativa e a vento.
La maggior parte delle piante coltivate raggiunge l’optimum di conversione intorno ai 28°C e % di Umidità Relativa superiore al 75%.
Operando in ambiente protetto, con impianti dedicati, è abbastanza facile risolvere il problema tropicalizzando artificialmente il clima innalzando la % di UR in proporzione alla temperatura.
Nel caso di colture in campo aperto si possono predisporre sistemi di distribuzione che hanno comunque effetto di calmierare le condizioni climatiche nei momenti di difficoltà.
Come sopra detto, oltre alla funzione di Termoregolazione, c’è anche la funzione di Trasporto.
Questa però si esaurisce con il trasferimento delle sostanze nei vari organi dedicati all’immagazzinamento o alla trasformazione, con la successiva espulsione dei rifiuti del metabolismo attraverso le radici.
Abbiamo accennato che anche la Luminosità influenza le esigenze idriche dei vegetali e la maggior richiesta è legata alla fotosintesi che trasforma in zuccheri l’acqua proveniente dalle radici e l’anidride carbonica assorbita dall’aria.
Quando le condizioni di luce e ambiente sono ottimali, la richiesta di acqua a scopi nutrizionali cresce in modo esponenziale.
L’acqua, con i suoi componenti Idrogeno e Ossigeno, assieme al Carbonio sono i maggiori costituenti dei tessuti vegetali, delle loro riserve e dei prodotti che ne derivano.
Non dimentichiamo poi che l’Azoto assieme a tanti altri elementi chimici, necessari alla formazione di tutte le sostanze alla base della Catena Alimentare (che sostiene la Vita tutta e compresa la nostra), sono presenti in misura molto inferiore rispetto ai tre elementi citati.
Per questi motivi, ed altri non qui espressi per brevità, dobbiamo affrontare questa grande rivoluzione concettuale che consiste nel considerare l’Acqua come il primo, indispensabile ed insostituibile nutriente per i vegetali e che quindi deve essere usata e dosata con la massima precisione.
L’ obbiettivo di ottenere la massima qualità ed i più alti livelli di quantità, permessa dalla fisiologia della pianta che andremo a coltivare, si può attuare solo col mantenimento delle condizioni idriche ottimali del terreno e dell’ambiente.
Il danno provocato dall’eccessiva presenza di liquido nel terreno è paragonabile solo a quello dato dalla sua assenza.
Nel primo caso si ha la parziale o totale uscita dal terreno dei gas, anidride carbonica e ossigeno in primis, utili alla respirazione ed al metabolismo delle radici e dei microrganismi.
Se questo stato di asfissia si prolunga, vengono avviati processi di denitrificazione (retrogradazione degli azotati assimilabili), riduzione chimica in forme stabili e inutilizzabili dei microelementi (in particolare Ferro e Manganese) e torbificazione della sostanza organica.
Associati agli eccessi idrici anche fenomeni, non secondari, quali la percolazione e/o stratificazione di soluti in profondità con perdita di fertilità generale ed inquinamento delle falde acquifere.
Nel secondo caso, l'assenza di acqua, si ha l’innalzamento della salinità per concentrazione dei Sali Solubili che provoca un’ulteriore difficoltà alla pianta nell’assorbire acqua e nutrienti, l'accelerazione dei processi di ossidazione e mineralizzazione della sostanza organica con dormienza o distruzione della microflora.
In parole povere, la desertificazione.
Senza acqua non possono esistere i vegetali, senza vegetali non esiterebbe alcuna forma di vita sul Pianeta.
Come abbiamo affermato, tre sono le funzioni principali che l’acqua svolge nei vegetali, interconnesse e complementari, per cui nella scelta del metodo di distribuzione e di gestione si deve tener conto che possono diventare concorrenti nella richiesta e sfruttamento della risorsa idrica.
Per quanto ben sviluppato ed efficiente, l’apparato radicale ha dei limiti fisiologici nell'assorbimento dei liquidi per cui può verificarsi il caso che non ne vengano assorbiti a sufficienza per compensare tutte le richieste del momento.
Come si verifica in condizioni estreme di temperatura allorquando l’esigenza di sopravvivere concentra verso la Termoregolazione la maggior parte della risorsa a scapito della Nutrizione.
E condizioni ancora più limitanti possono costringere la pianta alla scelta di abbandonare a se stessi parte dei propri organi o tessuti, cessandone l'alimentazione e lasciandoli seccare.
Ecco dunque il verificarsi di cascola di fiori, di frutti anche già allegati ed in fase di accrescimento, disseccamento di parte o di intere foglie oltre che di germogli.
E se le condizioni estreme perdurano, si avranno produzioni di qualità inferiore essendo penalizzata la capacità di assorbimento, assimilazione e accumulo, di zuccheri, amidi e tutte le sostanze che contribuiscono a costituire le caratteristiche organolettiche e qualitative dei raccolti.
Sui frutti, prossimi alla raccolta, di specie sensibili possono comparire macchie decolorate sulla buccia o si possono formare danni da “Colpo di Sole” con vere e proprie zone disidratate con tessuti inflacciditi, sensibili a patologie, che rendono il prodotto inutilizzabile per il mercato.
Con gli attuali materiali, sistemi e metodi di irrigazione è possibile gestire nel modo migliore questa indispensabile risorsa.
Per colture di pregio o di alto valore economico, coltivate in zone con condizioni climatiche che possono oltrepassare i limiti fisiologici, si può prendere in considerazione anche l'ipotesi di dotarsi di doppio impianto di irrigazione (es. Goccia ed Aspersione a basso volume).
Il primo con funzione principale di controllo delle condizioni idriche del terreno e della fertirrigazione, il secondo dedicato alla climatizzazione, sotto o sovrachioma, con possibilità di funzione antibrina.
Per la corretta gestione è fondamentale conoscere la reale capacità del terreno di contenere e scambiare acqua senza provocare eccessi o carenze.
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