Cara Silvana,
un giorno ti presenterò un amico mio.
Si chiama Michelangelo Cordioli ed afferma che il riso (eh già, il tuo riso) si può irrigare a goccia ed in subirrigazione!
Silvana io non so...eppure lo conosco abbastanza bene.
O è uscito pazzo o è decisamente avanti, oppure....è PAZZESCAMENTE AVANTI!
Dite Voi ma attenti perchè ve ne assumerete tutte e quante le responsabilità: quelle intellettuali ed anche quelle fisiche perchè l'agronomo di Villafranca è un "marcantonio" da 1 metro e 90 o giù di lì!
Ci tengo a lasciare l'anno 2010 con il primo autore ad honorem che ha accettato di scrivere per MicroIrrigo:
Michelangelo Cordioli - Agronomo di Villafranca
dissacrante, provocatorio, esperto conoscitore della terra della quale è innamorato da sempre
Riso Subirrigato
Note Tecniche
Differenza tra coltivazione tradizionale in sommerso e Subirrigazione a Goccia
Premessa
Il recente sviluppo ed applicazione della tecnica della Subirrigazione a Goccia apre nuove opportunità anche per la coltivazione del Riso, ovviando ai problemi creati della coltura in Sommersione.
Per primo la coltura tradizionale in sommersione ha un effetto ambientale molto negativo.
Nel terreno mantenuto costantemente troppo umido o sommerso si crea un ambiente riducente che altera due cicli fondamentali di interscambio della Biosfera.
Il ciclo dell’Azoto viene modificato nella parte finale, si attiva il processo di Denitrificazione, dove l’Azoto Nitrico viene ridotto ad Ammoniacale.
Questo provoca il rilascio in Atmosfera di forme Azotate quasi 30 volte più dannose della CO2.
Il ciclo di trasformazione della Sostanza Organica in Humus è poi alterato nel suo complesso.
In sommersione si attivano Processi di Putrefazione e Metanizzazione con emissione in atmosfera di Metano = CH4, 200 volte più dannoso della CO2 per l’effetto serra.
Tecnica colturale
Disponendo della Subirrigazione a Goccia, la tecnica colturale cambia profondamente con sicura diminuzione dei costi e probabile aumento del potenziale di produzione.
In pratica le problematiche create dalla estrema specializzazione sono eliminate e il riso diventa una coltura come tutte le altre.
Semina. Si agisce con macchine e modalità simili a quelle dei cereali invernali.
Con le macchine Combinate idonee si ha la possibilità di eseguire tutte le operazioni necessarie con un unico passaggio sul terreno.
Concimazione. Sono eliminati i problemi di dover calcolare le dispersioni causate dall’ambiente riducente. Qualsiasi tipo di terreno agricolo può essere Normalizzato rendendolo adatto a ricevere la coltura.
Inoltre si può agire con la fertirrigazione utilizzando anche Azoto in forma nitrica, regolando i fabbisogni a coltura in corso, secondo l’andamento stagionale.
Rotazione. Con questo metodo irriguo il Riso diventa una coltivazione come le altre entrando come coltura principale in qualsiasi tipo di rotazione.
Si possono quindi esaltare gli effetti della Biocenosi, altrimenti non attuabile con la monocoltura.
Diserbo e Malattie. Esaltando la Biocenosi si riducono i problemi legati alla specializzazione di erbe infestanti, insetti e crittogame tipiche di tutte le monocolture.
È prevedibile un minore uso di diserbi e antiparassitari.
Produzione. Si può prevedere una maggiore produzione, variabile con le condizioni climatiche del luogo.
In base alla luminosità e alle temperature è possibile raggiungere i massimali consentiti dalla fisiologia delle varietà coltivate.
Qualità. Stabilizzando le condizioni idriche e le esigenze nutrizionali della pianta anche la qualità del riso irrigato a goccia dovrebbe essere la più alta raggiungibile.
Condizioni Climatiche. In climi con piovosità a carattere monsonico si deve predisporre il terreno con opere adatte alla rapida evacuazione dell’acqua in eccesso.
Questo è possibile con piccole modifiche alle combinate, attrezzandole con sistemi in grado di seminare su banchine rialzate, lasciando due solchi ai lati della fascia coltivata.
Poi si costruiscono in testata idonei fossi di scolo di dimensioni adeguate.
Variabili alla semina con combinata. Per favorire la raccolta con le pesanti Mietitrebbie, nei climi con periodo di pioggia intensa che perdurano ben oltre il ciclo stesso del riso, è preferibile ricorrere al trapianto su suolo bagnato piuttosto che raccogliere con terreno ancora umido.
In questo frangente è possibile utilizzare la tecnologia vivaistica in uso per le orticole con semina in contenitore e trapianto con macchine semiautomatiche.
Lavorando su porche preformate della larghezza della carreggiata delle trattrici, questo sistema viene notevolmente semplificato.
Economia generale. Gli investimenti necessari per la costruzione di un impianto a goccia in Subirrigazione possono anche eguagliare o risultare superiori alla costruzione di camere, relativi spianamenti e opere irrigue per regolare l’ acqua.
Sicuramente, però, i costi per la gestione delle operazioni sono inferiori.
Come maggiori sarebbero essere anche il risparmio di fertilizzanti, acqua e manodopera.
Il maggior vantaggio che si ottiene è di poter coltivare con piena soddisfazione anche quando la stagione delle piogge è finita e di poter fare una seconda coltura.
Per questo motivo la Subirrigazione non deve essere considerata come costo assoluto ma un’opportunità per ottenere maggiori produzioni, più diversificate, e quindi un maggior reddito sullo stesso appezzamento di terreno.
Condizioni Ambientali. Di alcuni danni ambientali causati dalla coltivazione tradizionale del riso in sommersione si è già accennato nella premessa.
A questi si aggiungono un maggior uso di acqua, di fertilizzanti e antiparassitari che inquinano l’acqua in surplus scaricata a valle delle risaie.
La meccanizzazione delle operazioni richiede più passaggi, trattrici più potenti obbligate a muoversi con difficoltà nel fango.
Questo significa maggior consumo di carburanti e relativo maggior danno ambientale.
Un ulteriore vantaggio creato dalla Subirrigazione è la possibilità di attivare il Ciclo dell’Humus anche in ambienti climatici difficili, consentendo di migliorare stabilmente la fertilità dei terreni anche per le colture che entrano in rotazioni più o meno lunghe con il riso.
Conclusioni
La tradizione di averlo sempre visto coltivato in sommersione può trarre in inganno.
La fisiologia del Riso è simile a quella degli altri cereali a paglia per cui non è obbligato a vivere con le radici sommerse in acqua.
Non è in assoluto una pianta acquatica ma ha solo un grande adattamento dell’apparato radicale a sopravvivere in quelle condizioni.
E questo adattamento costa energia che la pianta sottrae inevitabilmente alla produttività.
Il Riso è il cereale di maggior diffusione al mondo per l’alimentazione Umana.
La quantità disponibile è attualmente limitata dalla coltivazione tradizionale in sommersione.
Con la Subirrigazione si possono facilmente superare questi limiti e allargarne la coltivazione fuori dalle aree attualmente impegnate (purché le condizioni climatiche e la disponibilità di acqua lo consentano).
Si può affermare che con questa tecnica si potrebbe coltivare il riso anche nel deserto!
Ma è ovvio che, prima di arrivare a questo limite, ci sono ampi territori adatti ad ospitarlo senza eccessive forzature.
Seguendo i principi dell’Agricoltura Naturale, compresa la Subirrigazione, il fabbisogno di Riso per alimentazione umana può essere facilmente colmato senza sottrarre superficie coltivabile ad altre colture.
Al contrario, la possibilità di integrare con una seconda coltura nello stesso anno, è come se venisse raddoppiata la disponibilità di terreni coltivabili (oltretutto integrando la dieta con verdure, legumi e possibilità di incrementare l’allevamento di animali).
Da statistiche pubblicate su Internet emerge qualcosa che ha dell’assurdo: il 70% degli affamati o sottoalimentati al mondo sono proprio i piccoli agricoltori che, nonostante l’impegno profuso, non riescono a produrre abbastanza alimenti per colmare il fabbisogno della propria famiglia.
Michelangelo Cordioli, Agronomo
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