Con Michelangelo affrontiamo oggi un volo radente sulla necessità di controllo e monitoraggio delle condizioni ambientali al fine di meglio gestire l'irrigazione.
Soprattutto Michelangelo ci chiarisce la complessità dei meccanismi di cui è dotata la pianta ed introduce una definizione tanto azzeccata quanto.....inquietante!
L'Intelligenza Verde
8 – STRUMENTI di CONTROLLO
Per comprendere la necessità dei controlli strumentali, quando si
desidera agire secondo i principi dell’irrigazione di precisione, è
necessario conoscere i meccanismi di base che regolano la fisiologia dei
vegetali.
A noi piace definire questo complesso di meccanismi naturali come
“Intelligenza Verde” per significare che le piante possiedono tutta una
serie di sistemi integrati di adattamento all’ambiente in cui si trovano
(vista la loro condizione statica, quindi, senza la possibilità di traslocare
per cercare un luogo più confortevole dove vivere).
La Natura ha dotato le piante di sensori molto efficienti, attivi e
modulati in tempo reale senza soluzione di continuità, talmente
sensibili e veloci che, per quanto sofisticati siano gli strumenti
costruiti dall’uomo, difficilmente saranno riproducibili.
• Il meccanismo che regola la permeabilità della membrana osmotica
delle radici è strettamente collegato e integrato con il pari
meccanismo che regola l’apertura degli stomi, e quindi, la capacità
di assorbire delle radici è strettamente collegata alla capacità di
traspirazione delle foglie.
• L’apertura e chiusura degli stomi è regolata automaticamente da:
intensità luminosa, temperatura, umidità relativa dell’aria,
pressione atmosferica, presenza di vento e dalla sua intensità,
pioggia, qualità dell’aria e probabilmente da altro ancora che non
conosciamo.
• La permeabilità della membrana osmotica è condizionata da:
temperatura del terreno, disponibilità e facilità di assorbimento
dell’acqua, presenza di sali minerali utili e non, quantità e qualità
dell’aria contenuta nel terreno, vita biologica e processi organici di
trasformazione della sostanza organica e della componente
inorganica del suolo in nutrienti e quant’altro ancora non
conosciamo.
Per adattare il nostro operato alle loro esigenze, dobbiamo conoscere lo
stato del loro ambiente tramite strumenti idonei.
Gli strumenti necessari sono:
a – vasca evaporimetrica di classe A, o suo equivalente elettronico,
per conoscere l’evaporazione
b – termo-igrografo, per conoscere la curva di temperatura e umidità
relativa
c – pluviografo, per conoscere quantità e intensità della pioggia
d – anemografo, per conoscere la velocità e l’intensità del vento
e – luxografo, per conoscere quantità ed intensità della luce
f – geotermografo, per conoscere la temperatura del terreno
g – conduttivimetro, per conoscere la salinità del terreno
h – tensiometro, per conoscere l’umidità del terreno
i – polimetro, per conoscere la possibilità e l’intensità delle brinate
j – sensore di foglia bagnata, per conoscere in anticipo la possibilità di
infezioni fungine sulle foglie (per le colture che ne sono soggette).
Tutti questi strumenti sono necessari ai fini di uno studio meno
approssimativo possibile delle condizioni ambientali finalizzate al
controllo dell’irrigazione.
Si possono trovare sul mercato capannine meteorologiche
computerizzate idonee, preparate per essere completate con gli altri
strumenti di controllo delle condizioni del suolo, gestibili tramite un
semplice PC.
E’ anche ovvio che per una piccola azienda questo possa essere
un impegno finanziario e di gestione impegnativo.
Per questo sarebbe opportuno che la cosa fosse gestita a livello
di gruppo.
Ad esempio a livello di cooperativa o associazione e magari con il
coinvolgimento di quelle strutture pubbliche sottoutilizzate dedite ai
controlli dell’ecocompatibilità ambientale (controlli pressoché inutili
perché fatti a posteriori) invece in grado di esercitare la propria
professionalità in questo frangente, vera e propria prevenzione di
possibili inconvenienti legati alle attività agricole.
Per la piccola azienda “fai da te” per risparmiare e gestire in
proprio l’irrigazione sono sufficienti anche solo i dati
dell’Evaporazione e della Umidità del terreno.
Per misurare quest’ultima, la più importante, ci sono diversi tipi di
strumenti.
Si va dai semplici tensiometri a bulbo ceramico da lasciare infissi
nel terreno per tutta la stagione, ai gessetti a termocoppia da
collegare periodicamente a minicomputer portali per il
trasferimento dei dati registrati o, ultime arrivate, le sonde
plurilivello.
Questo tipo di sonde sono dotate di sensori a capacitanza elettrica
posizionati a 10, 20, 30 e 50cm di profondità. Tali sensori rilevano ogni
minuto una variazione, positiva o negativa, di umidità.
I dati sono poi registrati da un datalogger che, ad intervalli desiderati, li invia
telematicamente in rete.
L'utente collegato può accedere in tempo reale alle informazioni
sull'umidità del campo monitorato in modo molto semplice e intuitivo: il
software fornito infatti elabora i dati ricevuti e crea grafici facilmente
interpretabili.
Con questo sistema si gestisce l'irrigazione in modo ottimale in
quanto studiando la velocità di riduzione dell'umidità nel terreno
(dovuta ad evapotraspirazione) si determina la frequenza e la durata
degli interventi che comportano la migliore attività radicale.
Allo stesso modo è possibile gestire con più precisione stress idrici
controllati se ritenuti agronomicamente necessari in specifiche fasi
fenologiche della coltura.
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