L’evapotraspirazione misura il quantitativo di acqua ceduto (in millimetri) per l’effetto dell’evaporazione e della traspirazione della vegetazione.
La sua corretta misura, abbinata ai dati del pluviometro, consente inoltre di valutare l’effettivo quantitativo idrico (in litri per metro quadrato) necessari per ristabilire il bilancio, nonché per calcolare il deficit idrico, sia su base giornaliera che su base mensile o stagionale.
Il concetto di evapotraspirazione potenziale (ETP) è stato introdotto intorno al 1950 per fare riferimento ad una condizione ambientale standard, in cui alcuni aspetti (agronomici e biologici) sono normalizzati.
Più recentemente è stato introdotto il concetto di evapotraspirazione standard (ET0), in cui tutti i calcoli sono stati normalizzati anche rispetto ad un tipo di coltivazione standard.
Infatti, tra i molti parametri di calibrazione necessari per ottenere risultati attendibili, è indispensabile considerare anche il tipo di coltivazione e lo stadio di sviluppo fenologico della stessa; infatti, l’evaporazione effettiva (ETc) richiede la correzione del risultato mediante un coefficiente, che dipende dal tipo di coltura e dalla sua fase di crescita, ovvero dal suo fabbisogno idrico. Il concetto di evapotraspirazione potenziale (ETP) è stato introdotto intorno al 1950 per fare riferimento ad una condizione ambientale standard, in cui alcuni aspetti (agronomici e biologici) sono normalizzati.
Più recentemente è stato introdotto il concetto di evapotraspirazione standard (ET0), in cui tutti i calcoli sono stati normalizzati anche rispetto ad un tipo di coltivazione standard.
Per continuare la lettura clicca la foglia e scarica l'intero articolo di Davide di Palma (Netsens)
Nessun commento:
Posta un commento